Nel Giorno del Ricordo, Camp Italia commemora le vittime dei massacri delle Foibe con la deposizione di una corona di fiori ai piedi della targa commemorativa apposta un anno fa.
Teleport>terrazza mare, alle falde della montagna sotto la chiesetta
On the Remembrance Day, Camp Italia commemorates the victims of the Foibe massacres with the laying of a wreath at the foot of the commemorative plaque affixed a year ago.
Teleport> Terrazza Mare, at the foot of the mountain below the church
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https://maps.secondlife.com/secondlife/Camp%20Italia/127/64/23
Info ITA/ENG>
Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».
Ecco il testo della legge italiana:
«1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
- Nella giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.»
(legge 30 marzo 2004 n. 92)
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in data 9 febbraio 2020, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Il “Giorno del Ricordo”, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo.
Quest’ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole.
La persecuzione, gli eccidi efferati di massa – culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe – l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa.
Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità.
Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell’esodo è uscito dal cono d’ombra ed è entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, doverosamente, la dignità della memoria.
Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza.
Alle vittime di quella persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti, rivolgo un pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate. Esse restano un monito perenne contro le ideologie e i regimi totalitari che, in nome della superiorità dello Stato, del partito o di un presunto e malinteso ideale, opprimono i cittadini, schiacciano le minoranze e negano i diritti fondamentali della persona. E ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale, che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l’amicizia tra i popoli.
In quelle stesse zone che furono, nella prima metà del Novecento, teatro di guerre e di fosche tragedie, oggi condividiamo, con i nostri vicini di Slovenia e Croazia, pace, amicizia e collaborazione, con il futuro in comune in Europa e nella comunità internazionale».
ENG Ver>
The Day of Remembrance is an Italian national civil solemnity, celebrated on 10 February each year, which commemorates the massacres of the sinkholes and the Julian Dalmatian exodus. Established with the law of 30 March 2004 n. 92, wants to “preserve and renew the memory of the tragedy of the Italians and of all the victims of the sinkholes, of the exodus from their lands of the Istrians, Rijeka and Dalmatians after World War II and of the more complex affair of the eastern border”.
Here is the text of the Italian law:
“1. The Republic recognizes February 10 as a “Day of Remembrance” in order to preserve and renew the memory of the tragedy of the Italians and of all the victims of sinkholes, of the exodus from their lands of the Istrians, Rijekers and Dalmatians after the Second World War and of the more complex affair of the eastern border.
During the day there will be initiatives to spread the knowledge of the tragic events among the young people of the schools of all levels. Institutions and organizations are also encouraged to carry out studies, conferences, meetings and debates in order to preserve the memory of those events. These initiatives are also aimed at enhancing the cultural, historical, literary and artistic heritage of the Italians of Istria, Rijeka and the Dalmatian coasts, in particular by highlighting their contribution, in the past and present years, to the social and cultural development of the territory of the north-eastern Adriatic coast and also to preserve the traditions of the Istrian-Dalmatian communities residing in the national territory and abroad. “
(Law no. 92 of 30 March 2004)
The President of the Republic, Sergio Mattarella, on 9 February 2020, issued the following statement:
“The” Day of Remembrance “, established with a very large majority by Parliament in 2004, helps to make us relive a tragic page of our recent history, for many years ignored, removed or even denied: the terrible sufferings that the Italians of Istria, Dalmatia and Venezia Giulia were forced to suffer under the occupation of the Yugoslav Communists. These lands, with their inhabitants, at the end of the Second World War, knew the sad and hard fate of passing, without interruption, from the dictatorship of Nazi-Fascism to that of Communism.
The latter unleashed, in those border regions, a persecution against the Italians, sometimes disguised as reprisals for fascist oppression, but which resulted in real ethnic cleansing, which hit a defenseless and innocent population in a ferocious and generalized way.
The persecution, the heinous mass killings – culminating, but not exhausted, in the gloomy tragedy of Foibe – the forced exodus of the Italians from Istria from Venezia Giulia and Dalmatia are fully part of the history of our country and of Europe. .
It was a national disaster to which contemporaries did not attribute – due to superficiality or calculation – the due importance. This painful circumstance weighed even more on the shoulders of the refugees who met in their homeland, alongside great solidarity, also non-isolated behaviors of incomprehension, indifference and even hateful hostility.
It is above all due to the strenuous struggle of the exiles and their descendants if today, albeit slowly and with difficulty, the sad chapter of the Foibe and the exodus has come out of the shadow and has become part of national history, accepted and shared. Duly conquering the dignity of memory.
Small pockets of deplorable militant denial still exist. But today the real opponent to beat, stronger and more insidious, is that of indifference, disinterest, neglect, which often feed on the lack of knowledge of history and its events. These teach us that hatred, revenge, discrimination, exercised for whatever reason, only germinate more hatred and violence.
To the victims of that persecution, to the refugees, to their descendants, I address a moving and sympathetic thought. Their anguish and their suffering must never be forgotten. They remain a perennial warning against totalitarian ideologies and regimes which, in the name of the superiority of the state, of the party or of a presumed and misunderstood ideal, oppress citizens, crush minorities and deny the fundamental rights of the person. And they strengthen us in our intentions to defend and strengthen the institutions of democracy and to promote peace and international collaboration, which are based on dialogue between states and friendship between peoples.
In those same areas that were, in the first half of the twentieth century, the scene of wars and gloomy tragedies, today we share, with our neighbors of Slovenia and Croatia, peace, friendship and collaboration, with a common future in Europe and in the international community. “.